Se hai il concerto di Vasco sotto casa: la chitarra
Se hai il concerto di Vasco sotto casa, la musica fa parte della tua giornata. Quando smetti di cantare Albachiara per un attimo, inizia la tua dolcissima metà: Liberi liberi siamo noi… E se tutti e due vi distraete, ci pensa il ragazzo del terzo piano ad attaccare con il Blues della chitarra sola.
La chitarra, già, la chitarra. Quella che sta lì a prendere polvere da tanti anni e che quasi quasi ti vien voglia di riprendere in mano. Sempre che le dita rispondano agli accordi.
Ma sì, dai, funziona ancora. Magia del Parco Ferrari, magia del concerto del secolo.
E allora dai, “Ogni volta”.
Ogni volta che viene giorno
Ogni volta che ritorno…
Piano, all’inizio, come fa Vasco. Poi cresce.
E ogni volta che non sono coerente
E ogni volta che non è importante.
Magia del concertone che dal Parco Ferrari sprigiona già energia da vendere. E tu canti che non ti accorgi di nulla, come quando avevi vent’anni e i dischi te li facevi registrare dagli amici sulle audiocassette (scusa, Vasco, ho molto peccato). Ora come allora, senza badare a niente, alle stonature, agli accordi precisi, all’ora.
L’ora?
Metto via, sistemo la camicia. Non ho considerato l’ora, in effetti… Esco. Sul pianerottolo la vicina mi guarda di traverso. Deve aver intuito qualcosa. Restituisco l’occhiataccia, tanto la rivincita è vicina.
Vedrai, il primo luglio, vedrai. Vasco, pensaci tu.