Se hai il concerto di Vasco sotto casa: la cuocera
Se hai il concerto di Vasco sotto casa e per giunta hai dichiarato urbi et orbi di disporre anche di in mega terrazzo, è ovvio che qualcuno si propone: “Ivan, non è che ci sarebbe un posto…”
Ora, a parte gli amici che se non sono stati ufficialmente invitati possono venire anche all’ultimo momento, si stanno verificando situazioni imbarazzanti: ex compagni di scuola modenesi, ex commilitoni conosciuti sotto la naja, grandi amici di mia sorella. La cosa è strana perchè non mi è capitato di frequentare le scuole a Modena, ho eroicamente saltato il servizio militare a piè pari e ho solo fantastici fratelli maschi.
A questo punto è meglio che metta in chiaro una cosina: un po’ me la sono tirata. Cioè, la storia del concerto sotto casa, il terrazzone… tutto vero. La verità, però, è che la mia casa è in una posizione un po’ defilata, con un palazzo di tre piani proprio davanti.
Adesso qualcuno penserà che sto facendo indietro tutta: “Ma come, prima ti butti e poi nascondi la mano?” Effettivamente…
Va bene, facciamo così, siete tutti invitati, animi poetici. Apprezzeremo Vasco in versione leoardiana, con una siepe in laterizio e cemento che l’ultimo orizzonte del guardo esclude. Venite, tanto ho già chiamato la suocera, da me definita “cuocera” per l’incredibile capacità di sfamare tre-quattrocento persone e oltre.
Venite, ma presentatevi con una referenza fantasiosa (sono stato il tuo angelo custode in una vita precedente, ci siamo incrociati in autostrada tra Berlino e Amburgo…).
Solo, fate attenzione alle zanzariere. Ci tengo.