7 Dicembre 2018

Riccione d’inverno e Modena alla destra?

Seduto in quel caffè, quello della canzone voglio dire, il caffè che sta in fondo alla via Emilia, la mia dolcissima metà mi dice: “Sai che si fa?”
In genere, subito dopo “sai che si fa”, la mia dolcissima metà fa accadere qualcosa di epocale. Magari qualcosa di semplice e in questo caso la proposta è: “Perché non andiamo a Riccione? Pare stiano aprendo dei chioschi attrezzati per l’inverno, sulla spiaggia.”
Ti poteva anche andar peggio, dirai tu: c’è chi viene trascinato a far compere e chi è condannato a pulizie perenni. Sì, vero, a me va sempre alla grande, ma non è questo il punto. Il punto è la tradizione.
Ho capito che la mia dolcissima metà mi nasce col basco, la stella rossa e il poster del Che in camera, ma dove andremo a finire di questo passo? Andiamo pure al mare a dicembre, ma poi le tradizioni? Il vin brûlé, le vette innevate, i canti di Natale? Il presepe?
No, dico, non vorremo mica dare un calcio alla nostra cultura. Al mare a dicembre ci vanno in Brasile, mica a Gattatico.
E poi ci sono quelli, i conservatori. Son tipi che se la legano al dito, se uno gli cambia tutte le tradizioni. O forse no.
Galeazzo Bignami, per esempio, è commissario regionale di Forza Italia ed è parlamentare. E’ pure bolognese e per tanti questa è la colpa più grave.
Lui, il Bignami, ha detto chiaramente che alle prossime elezioni amministrative vuole Modena al Centrodestra, sennò si riprende la Secchia (nota la maiuscola). Come per dire: se neanche a questo giro i modenesi capiscono le sacrosante ragioni di Forza Italia e Lega, vuol dire che la situazione è disperata.
E qui, giuro, sono entrato in crisi. Ma come, anche tu, Bignami, mi scivoli nell’innovazione? Adesso vuoi andare a cambiar colore a Modena e buttar a mare decenni di tradizione? Ma allora dillo che sei d’accordo con la mia dolcissima metà, che anche tu hai un Che Guevara nell’armadio.
Ecco qua, mi rigiro un Gesù bambino in materiale plastico termoindurente, un Bambinello made in China, e mi interrogo sui destini della nostra cultura. Me tapino, quest’anno -quasi quasi- lo cambio con con un bambolotto scuro scuro. Un mediorientale, insomma. Più tradizionale di così.