Modena Quark: 186 che fanno onore
Giorno 152 dal concerto di Vasco, il Modena Park. Cammino per la Via Emilia e telefono mentalmente al direttore della Gazzetta, l’Illustrissimo, Illuminatissimo Signor Enrico. Bell’esercizio, quello della telefonata mentale: fai il numero, dici la tua cosa e provi a immaginare la risposta. Pause e tono di voce inclusi.
“Pronto, Illuminatissimo?” Dico timidamente. Un paio di convenevoli e poi tiro fuori -sempre mentalmente, si intende- la proposta. “Mi servirebbe un po’ più di spazio sulla Gazzetta di venerdì”.
Un po’ quanto? “Centottantasei pagine”. Provo e riprovo a comporre il numero -mentalmente, si intende- ma finisce sempre allo stesso modo, con un tonfo. Il Signor Enrico Direttore cade sempre dalla sedia: non riesco a trovar le parole giuste per fargli ascoltare l’idea fino in fondo.
Centottansei pagine mi servono perché (l’avete letto, no?) centottantasei sono i bambini che hanno ricevuto la cittadinanza onoraria da parte del Comune di Modena.
Ora, va tutto bene, possiamo anche discutere, ma in un periodo come questo, con le trasmissioni del pomeriggio sintonizzate sui canali di “aiutiamoli a casa loro” e “questi hanno tutto agratis”, dare la cittadinanza onoraria a centottantasei bambini nati in Italia da genitori stranieri mi sembra un bel Modena Quark. Pura energia di chi ignora gli skinhead, le elezioni imminenti e fa rock.
Ce ne stavamo in una cena con amici, la mia dolcissima metà e io, tutti maestri di scuola elementare. Non ci crederete, ma le cene tra maestri sono uno spasso che i bancari, le forze dell’ordine e persino i dirigenti si possono dimenticare. Insomma, eravamo lì tra un Amarone della Valpolicella e una Chianina, scandalo di ogni vegano, quando la mia dolcissima metà racconta un episodio realmente accaduto anni fa, in una classe di sette-ottenni.
Nel bel mezzo di un’attività, la piccola Zineb si ferma e mi dice: “Ivan, non vedo l’ora di tornare in Marocco per l’estate”.
Ci credo, mare, sole… “No, non c’entra”, risponde lei. “E’ che a Casablanca posso finalmente uscire da sola”. A Casablanca? E perché, a Modena…?
“No…” Conclude lei. “A Modena, no. E’ troppo pericoloso”.
Mi si stringe il cuore a far cadere l’Illuminatissimo Direttore ogni volta che gli telefono mentalmente e rinuncio a chiedere centottansei pagine in più. Provo a dirlo in poche parole: ci sono centottantasei nuovi cittadini onorari che fanno onore a questa città. Centottantasei sguardi che le fanno da specchio. Se non è una fortuna questa…