Diario di un candidato: la parola grazie
È passata.
La nuvola nera ha superato Modena, è andata a depositarsi altrove. Ci sarà modo di riflettere, ma intanto qui voglio giocare con la parola grazie.
Le grazie sono tre, danzano senza vesti e si tengono per mano.
Il bene che si riceve, quindi, va rimesso in circolo in una danza senza fine e il grazie che si pronuncia va fatto senza troppi ornamenti. Infine, di grazie in grazie, si costruiscono i legami che rendono umano il nostro stare insieme.
Grazie a chi ha fatto in modo di farmi arrivare tra i primi non eletti al Consiglio Comunale di Modena. Inaspettatamente.
Grazie alle persone che non hanno potuto votare per limiti di legge, ma che in un Paese civile lo avrebbero fatto.
Grazie alla mia metà più dolce che, per tenermi al riparo da tutto questo, aveva fissato l’asticella a 10 preferenze. Aveva ragione, come sempre… Le altre 142 sono carezze inaspettate.
Grazie a chi ha convinto la famiglia numerosa, a chi ne ha parlato a scuola, a chi ha letto le pagine di questo diario.
Penso di aver ricevuto tanto, quindi molto mi impegnerò ancora a dare.
Ho avuto l’ambizione di condurre una campagna elettorale incentrata sulla scrittura. Nella mia piccolissima esperienza, posso dire che la destra può essere battuta perché a sinistra c’è profondità, pensiero, poesia.
Un abbraccio a Camilla Scarpa, Andrea Bosi e Roberta Pinelli che avranno l’onere del durissimo lavoro in Consiglio Comunale. Un abbraccio ancora più forte alla “squadra” e alle splendide persone che hanno organizzato tutto questo.