Attacco
Oggi ho pescato la parola attacco e, fatalità, è proprio il giorno in cui ristoratori e bagnini vanno all’attacco del Governo. Con le misure del distanziamento non ci stanno dentro, dicono.
Se c’è un attacco, mi viene da decidere con chi stare: con gli Yankee al galoppo o con gli Indiani sotto assedio?
Ci penso. Penso a tutte le volte che ho telefonato in pizzeria e mi hanno risposto:
“Ho un tavolo al primo turno”.
Primo turno?
“Sì, primo turno, perché alle 21:30 inizia il secondo turno.”
E quindi?
“E quindi niente… vi dovete alzare alle 21:30.”
Continuo a pensare. Penso ai tanti sconosciuti, al mare, con i quali ho rischiato di diventare fratello, perché a una distanza così, solo i fratelli…
Penso a quel che abbiamo perso da quando hanno chiuso la spiaggia, di sera.
E penso al mare che ci hanno rubato, al mare che -tra chioschi, palme, ombrelloni, volley, gonfiabili, giostre e carillon- puoi vedere solo se arrivi proprio lì, sull’arenile.
Ci ho pensato. Alla salute, in tutte le sue forme.
Io sto con gli Indiani. Da sempre.