A prima vista, insegnare può sembrare l’attività comune a tutta la tribù dei docenti.
In realtà, solo pochi spiriti liberi conoscono i segreti reconditi di questa antica arte: gli sciamani.
Lo sciamano è spesso salutato a distanza dagli altri membri della tribù. Su di loro vengono raccontate terribili storie di sortilegi e incantesimi. Alcuni docenti, per poter diminuire l’influenza degli sciamani sul gruppo, tendono a screditarne la figura e a diminuirne i meriti. Cosa c’è di più opinabile di una danza della pioggia?
Dai bambini dipende la sopravvivenza delle tribù dei Docenti. I bambini si spostano in gruppo, lungo le grandi pianure e spesso travolgono tutto quello che incontrano. Per questo i docenti li attendo in punti strategici e sferrano l’attacco solo quando la caccia è favorita dal vento.
Vengono catturati, però, solo i bambini necessari alla sopravvivenza della tribù, gli altri sono lasciati al loro ambiente, per non alterare gli equilibri naturali.
Il docente motivato è lo sciamano della tribù. Normalmente, al suo passaggio, i bambini alzano le braccia al cielo e ne invocano il nome. Sembra che l’usanza della ola sia stata importata negli stadi moderni da genitori appassionati di calcio e piacevolmente sorpresi dal trasporto dei figli.
Lo sciamano cura l’anima dei bambini con riti che si perdono nella notte dei tempi. I suoi strumenti sono pochi, ma particolarmente efficaci: fazzoletti di carta magici per curare il pianto, parole per infondere fiducia, sguardi intensi per ammonire in caso di pericolo.
Gli sciamani sono esclusi dalle più importanti cariche della tribù, perché il contatto con il mondo magico continua a far paura. Ma non si è mai visto uno sciamano depresso.
Vive ai margini del villaggio e si ciba di bacche e radici. La tribù dei Docenti Precari non partecipa agli assalti alle diligenze. Durante le riunioni nella grande tenda i Precari non prendono mai la parola. Non vanno confusi, però, con i Collaboratori del Dirigente. A differenza di questi ultimi, infatti, il loro silenzio è carico di timore.
E’ il luogo in cui si riuniscono le tribù, dopo la caccia. Tra i docenti sembra regnare la pace, si sorseggiano bevande corroboranti, si parla e -nei tempi antichi- si fumava. Ciascuna tribù si dispone in cerchio e i guerrieri assumono posizioni rituali.
Ma la calma è solo apparente.
Ogni tribù è segretamente in lotta con le altre e si tengono segrete, con comunicazioni rigorosamente in codice, informazioni e strategie di guerra. Lo scontro avviene per lo più a livello verbale ed ha per scopo l’annientamento del prestigio sociale degli avversari. Grande influenza ha, in cortile, il Collaboratore del Dirigente. Se quest’ultimo è un Docente Lingua Biforcuta, le tribù convergono con azioni drammaticamente distruttive, spesso ai danni degli sciamani.
I membri delle tribù dei docenti hanno tutti lo stesso peso sociale. Il valore dimostrato in battaglia non viene tenuto in considerazione e gli atti di coraggio non danno diritto ad alcun riconoscimento.
Come nei gruppi etnici meno evoluti, anche tra i docenti, però, esiste una differenziazione di natura formale.
Ai membri più anziani, a quelli che hanno allevato molti figli e agli sfortunati con gravissimi problemi tra i parenti più stretti, vengono riconosciuti dei punti in graduatoria.
I docenti sfoggiano la propria graduatoria sotto forma di copricapo ornamentale fatto di penne e piume. Per un piccolo segno di distinzione i membri della tribù sono ben disposti a sopportare lo scomodo ornamento.
Vivono nelle grandi case di pietra, oltre la linea dell’orizzonte. I più coraggiosi tra i docenti li hanno avvicinati e hanno scoperto che le leggende sui genitori cacciatori di scalpi sono solo leggende.
La tribù, però, continua a vedere nei Genitori Visi Pallidi un serio pericolo: vendono acqua di fuoco e occupano le grandi praterie. La tribù e i Genitori si incontrano allo scadere delle quattro lune. Sono i genitori a impedire la corsa delle grandi mandrie di bufali e spesso sparano sul villaggio a scopo intimidatorio. Questo è il parere della tribù.
C’è stato un tempo in cui solo alcuni guerrieri erano in grado di assicurare cibo e benessere a tutta la tribù.
Essi erano tenuti in grande considerazione e ricevevano nomi importanti: esperto nelle relazioni, psicologo per bambini, innovatore del modo di far apprendere.
I giorni delle grandi pianure, però, sono finiti e nelle riserve il benessere è assicurato dalle derrate alimentari delle giacche blu. Liberi dalle preoccupazioni della sussistenza, i Docenti si sono dati alla politica: ogni anno eleggono e pagano funzionari per raggiungere obiettivi che solo il Collaboratore del Dirigente conosce.
Per questo motivo, gli eletti vengono chiamati Funzione Strumentale. Prendendo esempio dalla politica vera, rimangono al loro posto per anni, fino alle estreme conseguenze.
Particolare tribù di docenti che vive isolata per gran parte dell’anno. Si riunisce in primavera per celebrare un culto ancestrale: vengono presi in esame esponenti di tribù vicine (in particolare i docenti in anno di prova) e si finge di valutare le loro capacità.
Gli esperti ignorano il motivo di queste usanze. Secondo le ipotesi maggiormente accreditate si tratterebbe di un modo per rinsaldare i legami di sangue.
Grande assemblea della tribù dei docenti. Un tempo, nel Collegio, venivano prese importanti decisioni spesso accompagnate da lunghe discussioni e profonde meditazioni .
Oggi, anche a causa delle mutate condizioni di vita nelle riserve, le riunioni vengono indette soprattutto a vantaggio dei numerosi turisti. Questi, soddisfatti dalle danze rituali e dal rito circolare del calumet, comprano spesso cartoline e scattano foto ricordo.
Alcuni guerrieri, ma soprattutto gli sciamani, si sono talvolta ribellati ad una trasformazione che ritenevano poco dignitosa. Il destino dei ribelli è stato però segnato dagli effetti dell’acqua di fuoco o scelte simili, comunque autodistruttive.
Gli uomini sono spesso chiamati Penna Bianca, mentre per le donne si preferisce il titolo di Madre Superiora. Sono esponenti di spicco della tribù dei docenti e, per questo, acquistano il diritto a sedere a fianco del Dirigente durante le riunioni. Fumano con lui il calumet sulle decisioni più importanti.
Esercitano il potere nel silenzio del Tepee e lasciano che sia il Dirigente a portare i segni del comando. Un buon collaboratore assicura pace e prosperità a tutta la tribù. Un collaboratore con lingua biforcuta provoca guerre e distruzioni. Un collaboratore stupido porta la tribù all’estinzione.
Sono lontani i tempi in cui il Grande Capo di tutte le tribù veniva scelto tra i guerrieri più valorosi. Il Dirigente ha studiato a West Point e conosce a perfezione le recenti teorie sull’organizzazione militare. Si sposta da un insediamento all’altro e ha l’opportunità, nel caso qualcosa sia andata per il verso sbagliato, di cancellare tute le tracce. I frequenti spostamenti del Dirigente forniscono ancora più potere ai suoi collaboratori che, in silenzio, condizionano la vita di tutta la tribù.
Proprio perché esterno, l’ho lasciato per ultimo…